Castello di Verrès (Info orari e Biglietti)
DESCRIZIONE
Il Castello di Verrès è costruito su di un picco roccioso a strapiombo sul torrente Evançon, che domina il sottostante borgo di Verrès.
Definito da Edouard Aubert il più bel monumento dell'età feudale in Valle d'Aosta, il castello è un cubo poderoso di circa 30 metri di lato, coronato da fitti beccatelli che sostengono la merlatura, in seguito coperta dal tetto.
Superata l'antiporta che si apre nella cinta fortificata, accessibile anche a cavallo dal ponte levatoio, si incontra l'edificio destinato a corpo di guardia situato di fronte all'entrata del castello. Il portale di ingresso immette in un androne difeso da una caditoia dissimulata nella volta; una seconda porta, anticamente protetta da una saracinesca, dà accesso al cortile del castello.
Attorno a questo ambiente quadrato il corpo dell'edificio è disposto ad anello su tre piani, collegati da un monumentale scalone in pietra impostato su archi rampanti. La regolarità geometrica della struttura e l'essenzialità della decorazione, affidata unicamente ai particolari in pietra verde e bianca lavorata, si intonano al carattere militare dell'edificio e denotano altresì l'eccellenza delle maestranze che operarono a Verrès.
Al piano terreno si aprono due grandi saloni simmetrici che occupano per intero i lati est e ovest del castello, mentre a sud è situata la cucina.
Il salone orientale , probabilmente in origine adibito a magazzino per l'artiglieria, è coperto da una volta a botte. Di maggior interesse è la sala d'armi sita a occidente, voltata a sesto acuto: essa presenta due camini monumentali dagli stipiti sagomati; il raddoppio delle murature e altri indizi emersi nel corso del recente restauro attestano la sovrapposizione di più campagne costruttive.)
I locali del primo piano, riservati ai signori del castello, sono illuminati da eleganti bifore di gusto trecentesco, più ampie di quelle degli altri piani. La grande sala da pranzo è collegata da un passavivande alla cucina padronale. Questo ultimo ambiente, dotato di tre grandi camini, presenta una volta in pietra a vele multiple rifatta ai tempi di Renato di Challant, l'unica copertura originale ancora esistente nel castello; degno di nota è anche il camino sul lato nord, di dimensioni eccezionali e riccamente decorato da modanature e pilastrini.
Al secondo piano (non visitabile) sono situati gli appartamenti di servizio, collegati da una scala in legno al piano delle caditoie.
Il maniero, aperto per visite al pubblico, ogni anno ospita una manifestazione in costume d'epoca, il Carnevale Storico di Verrès. L'evento dura una settimana e rievoca un episodio storico che ebbe come protagonisti Caterina di Challant e Pierre d'Introd.
Nel 2010 la Regione ha approvato uno studio che prevede la costruzione di una galleria nella roccia sottostante il castello, da cui partiranno due ascensori in verticale, che condurranno i visitatori nel cortile esterno del castello, accessibile solo con una mulattiera.
STORIA
Sul promontorio roccioso dove si erge il Castello di Verrès, sorgeva già un edificio fortificato, sede della giurisdizione dei signori De Verrecio, discendenti dai signori aostani De Porta Sancti Ursi, risalente al 1230.
Intorno al 1370, in seguito all'estinzione della famiglia dei De Verrecio, il castello e la signoria tornarono nelle mani del Conte di Savoia Amedeo VI che nel 1372 lo diede a Ibleto di Challant.
Ritenuto uno dei più rilevanti esempi europei di fortezza militare tardogotica, il poderoso castello di Verrès fu costruito, con l'attuale sagoma in pianta quadrata di 30 metri per lato e mura spesse oltre 2 metri, dallo stesso Ibleto di Challant che termino' i lavori nel nel 1390, come ricorda un'iscrizione gotica posta al di sopra del portale d'ingresso. L'intervento fu realizzato con la collaborazione di un esperto architetto militare, il capitano spagnolo Pietro de Valle.
Nel 1536, Renato, quinto conte di Challant, potenziò le capacità difensive del castello, adattandolo all‘uso delle moderne armi da fuoco. In questa occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannoniere, di speroni a contrafforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all‘impiego dei cannoni e delle spingarde fusi nel feudo che il conte di Challant possedeva a Valangin, in Svizzera; l‘ingresso fu reso più sicuro mediante la realizzazione dell‘antiporta con il ponte levatoio e l‘apertura di feritoie. Si provvide inoltre ad aprire nuove finestre a crociera, in aggiunta a quelle a tipo gotico a monofora e a bifora già esistenti, e nuove porte ad arco moresco, di evidente influsso spagnolo; gli interni furono arricchiti con nuovi arredi.
Con la morte di Renato, nel 1565, per mancanza di eredi maschi legittimi, il castello passò ai Savoia che vi posero a guardia un presidio militare, rimasto fino al 1661, quando il duca sabaudo Carlo Emanuele II trasferì la guarnigione al Forte di Bard, punto strategico dove si concentrava la difesa della Valle d'Aosta.
Gli Challant riuscirono a rientrare in possesso della fortezza nel 1696. In seguito al matrimonio della vedova dell'ultimo discendente dei Challant, con un membro della famiglia dei Passerin d'Entrèves, il maniero a metà del secolo XIX fu ereditato da questi ultimi quando
il castello era abbandonato ormai da quasi due secoli: il tetto, già in parte crollato, era stato demolito del tutto per evitare il pagamento del canone erariale, così che i piani superiori erano esposti alle intemperie e invasi dalle erbacce.
Nel 1894, grazie ad Alfredo d'Andrade, Sovrintentende ai Monumenti del Piemonte e della Liguria, divenne proprietà dello Stato ed iniziarono così i lavori di restauro, in particolare la ricostruzione di tutte le parti in legno e il rifacimento del coronamento sommitale.
All'inizio del secondo dopoguerra, il castello è passato alla regione Valle d'Aosta e, nei primi anni 80, è stata rifatta la copertura in lastre di pietra "lose" del tetto. Nel 1994 si è cominciato a eliminare dai muri interni le incrostazioni di calcare prodotte dalle intemperie nei secoli in cui il castello era stato abbandonato.
RECENSIONI
(da Trivago - recensione di Vagabondele)
Io ti guardo negli occhi, che sono tanto belli.
La salita al vecchio maniero che fa da sentinella all'imbocco della Valle D'Ayas è ripida e per nulla agevole, le pietre in alcuni punti sono state divelte e la ringhiera è ancora in allestimento. Il vento, presenza costante in questo punto della valle, ci sferza la faccia e nonostante ci sia un bel sole caldo, si fa sentire in modo pungente. Con immenso sollievo raggiungiamo il primo ingresso, spegniamo le macchine fotografiche e affrontiamo l'ultimo tratto di salita costruita con gradini pendenti in pietra sterna, che ci separano dall'ingresso vero e proprio. Facciamo il biglietto - costa poco meno di una colazione con cappuccino e brioche - e finalmente entriamo.
Il Castello è di origine medioevale ed è un incredibile esempio di architettura di quel periodo ed è tra le meglio conservate della zona: archi, scaloni in pietra e soffitti in legno di acero, porte a bussola, ghigliottine e trappole disseminate ovunque sono davvero spettacolari. Purtroppo essendo una fortezza non è stato abbellito da affreschi - sarebbe stato di cattivo gusto ci spiega la guida, essere sotto assedio e godere di viste piacevoli.. per cui le pareti erano disseminate di arazzi rigorosamente in tinta unita che avevano la duplice funzione, limitare la dispersione termica e coprire le spoglie pareti. Al piano terra nel centro del cortile c'è una bella cisterna, che assicurava l'acqua all'intera fortezza, sui due lati due unici ambienti con dei camini in pietra, un tempo utilizzati dalle truppe e sul lato opposto, proprio all'imbocco della scalinata c'è la loro cucina. Al primo piano passeggiamo tra le stanze nobiliari,la cucina del piano con relativa dispensa e le due camere da letto, dove udite udite erano stati ricavati due bagni interni.
Ma vi rendete conto?? due bagni e siamo in pieno medioevo!! E pensare che alla Reggia di Versailles - realizzata alcuni secoli dopo - il bagno era praticamente uno sconosciuto e li ci stavano i sovrani di Francia e non dei Vassalli della Corte Piemontese!!!
Il piano superiore purtroppo non è visitabile per via del restauro ancora in corso, infatti il Castello è stato disabitato per oltre due secoli e i discendenti della famiglia Challant, avevano eliminato completamente il tetto per non pagare le tasse ai Savoia. L'eliminazione della calcite dalla pietra che compone l'intero Castello è un lavoro lungo e particolarmente delicato, e per vedere gli ultimi due piani dovremo attendere ancora un paio di anni.
Riscendiamo lo scalone di pietra e poco prima di chiudere il pesante portone alle nostre spalle la nostra guida ci regala un verso di Giacosa tratta dall'opera teatrale Una Partita A Scacchi.
Gulp!! Avete presente l'effetto che ha su Marcel, l'avere inzuppato una comune madeleine nel te?? Ebbene questo verso ha avuto lo stesso evento su di me: cade un sipario e dalla memoria riaffiora un ricordo lontano.. tante candele, personaggi in costume, risate e il gran ballo del Galà che qui si tiene ogni anno e io con il mio vestito migliore che mi aggiro accompagnata dal mio cavaliere tra i diversi ospiti, in attesa della partita a scacchi.
Ok sono pronta ad affrontare la discesa, pensando che il prossimo anno, visto che la festa non è più su invito, costringerò la mia dolce metà a partecipare almeno alla serata in maschera!
DESCRIZIONE
Il Castello di Verrès è costruito su di un picco roccioso a strapiombo sul torrente Evançon, che domina il sottostante borgo di Verrès.
Definito da Edouard Aubert il più bel monumento dell'età feudale in Valle d'Aosta, il castello è un cubo poderoso di circa 30 metri di lato, coronato da fitti beccatelli che sostengono la merlatura, in seguito coperta dal tetto.
Superata l'antiporta che si apre nella cinta fortificata, accessibile anche a cavallo dal ponte levatoio, si incontra l'edificio destinato a corpo di guardia situato di fronte all'entrata del castello. Il portale di ingresso immette in un androne difeso da una caditoia dissimulata nella volta; una seconda porta, anticamente protetta da una saracinesca, dà accesso al cortile del castello.
Attorno a questo ambiente quadrato il corpo dell'edificio è disposto ad anello su tre piani, collegati da un monumentale scalone in pietra impostato su archi rampanti. La regolarità geometrica della struttura e l'essenzialità della decorazione, affidata unicamente ai particolari in pietra verde e bianca lavorata, si intonano al carattere militare dell'edificio e denotano altresì l'eccellenza delle maestranze che operarono a Verrès.
Al piano terreno si aprono due grandi saloni simmetrici che occupano per intero i lati est e ovest del castello, mentre a sud è situata la cucina.
Il salone orientale , probabilmente in origine adibito a magazzino per l'artiglieria, è coperto da una volta a botte. Di maggior interesse è la sala d'armi sita a occidente, voltata a sesto acuto: essa presenta due camini monumentali dagli stipiti sagomati; il raddoppio delle murature e altri indizi emersi nel corso del recente restauro attestano la sovrapposizione di più campagne costruttive.)
I locali del primo piano, riservati ai signori del castello, sono illuminati da eleganti bifore di gusto trecentesco, più ampie di quelle degli altri piani. La grande sala da pranzo è collegata da un passavivande alla cucina padronale. Questo ultimo ambiente, dotato di tre grandi camini, presenta una volta in pietra a vele multiple rifatta ai tempi di Renato di Challant, l'unica copertura originale ancora esistente nel castello; degno di nota è anche il camino sul lato nord, di dimensioni eccezionali e riccamente decorato da modanature e pilastrini.
Al secondo piano (non visitabile) sono situati gli appartamenti di servizio, collegati da una scala in legno al piano delle caditoie.
Il maniero, aperto per visite al pubblico, ogni anno ospita una manifestazione in costume d'epoca, il Carnevale Storico di Verrès. L'evento dura una settimana e rievoca un episodio storico che ebbe come protagonisti Caterina di Challant e Pierre d'Introd.
Nel 2010 la Regione ha approvato uno studio che prevede la costruzione di una galleria nella roccia sottostante il castello, da cui partiranno due ascensori in verticale, che condurranno i visitatori nel cortile esterno del castello, accessibile solo con una mulattiera.
STORIA
Sul promontorio roccioso dove si erge il Castello di Verrès, sorgeva già un edificio fortificato, sede della giurisdizione dei signori De Verrecio, discendenti dai signori aostani De Porta Sancti Ursi, risalente al 1230.
Intorno al 1370, in seguito all'estinzione della famiglia dei De Verrecio, il castello e la signoria tornarono nelle mani del Conte di Savoia Amedeo VI che nel 1372 lo diede a Ibleto di Challant.
Ritenuto uno dei più rilevanti esempi europei di fortezza militare tardogotica, il poderoso castello di Verrès fu costruito, con l'attuale sagoma in pianta quadrata di 30 metri per lato e mura spesse oltre 2 metri, dallo stesso Ibleto di Challant che termino' i lavori nel nel 1390, come ricorda un'iscrizione gotica posta al di sopra del portale d'ingresso. L'intervento fu realizzato con la collaborazione di un esperto architetto militare, il capitano spagnolo Pietro de Valle.
Nel 1536, Renato, quinto conte di Challant, potenziò le capacità difensive del castello, adattandolo all‘uso delle moderne armi da fuoco. In questa occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannoniere, di speroni a contrafforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all‘impiego dei cannoni e delle spingarde fusi nel feudo che il conte di Challant possedeva a Valangin, in Svizzera; l‘ingresso fu reso più sicuro mediante la realizzazione dell‘antiporta con il ponte levatoio e l‘apertura di feritoie. Si provvide inoltre ad aprire nuove finestre a crociera, in aggiunta a quelle a tipo gotico a monofora e a bifora già esistenti, e nuove porte ad arco moresco, di evidente influsso spagnolo; gli interni furono arricchiti con nuovi arredi.
Con la morte di Renato, nel 1565, per mancanza di eredi maschi legittimi, il castello passò ai Savoia che vi posero a guardia un presidio militare, rimasto fino al 1661, quando il duca sabaudo Carlo Emanuele II trasferì la guarnigione al Forte di Bard, punto strategico dove si concentrava la difesa della Valle d'Aosta.
Gli Challant riuscirono a rientrare in possesso della fortezza nel 1696. In seguito al matrimonio della vedova dell'ultimo discendente dei Challant, con un membro della famiglia dei Passerin d'Entrèves, il maniero a metà del secolo XIX fu ereditato da questi ultimi quando
il castello era abbandonato ormai da quasi due secoli: il tetto, già in parte crollato, era stato demolito del tutto per evitare il pagamento del canone erariale, così che i piani superiori erano esposti alle intemperie e invasi dalle erbacce.
Nel 1894, grazie ad Alfredo d'Andrade, Sovrintentende ai Monumenti del Piemonte e della Liguria, divenne proprietà dello Stato ed iniziarono così i lavori di restauro, in particolare la ricostruzione di tutte le parti in legno e il rifacimento del coronamento sommitale.
All'inizio del secondo dopoguerra, il castello è passato alla regione Valle d'Aosta e, nei primi anni 80, è stata rifatta la copertura in lastre di pietra "lose" del tetto. Nel 1994 si è cominciato a eliminare dai muri interni le incrostazioni di calcare prodotte dalle intemperie nei secoli in cui il castello era stato abbandonato.
RECENSIONI
(da Trivago - recensione di Vagabondele)
Io ti guardo negli occhi, che sono tanto belli.
La salita al vecchio maniero che fa da sentinella all'imbocco della Valle D'Ayas è ripida e per nulla agevole, le pietre in alcuni punti sono state divelte e la ringhiera è ancora in allestimento. Il vento, presenza costante in questo punto della valle, ci sferza la faccia e nonostante ci sia un bel sole caldo, si fa sentire in modo pungente. Con immenso sollievo raggiungiamo il primo ingresso, spegniamo le macchine fotografiche e affrontiamo l'ultimo tratto di salita costruita con gradini pendenti in pietra sterna, che ci separano dall'ingresso vero e proprio. Facciamo il biglietto - costa poco meno di una colazione con cappuccino e brioche - e finalmente entriamo.
Il Castello è di origine medioevale ed è un incredibile esempio di architettura di quel periodo ed è tra le meglio conservate della zona: archi, scaloni in pietra e soffitti in legno di acero, porte a bussola, ghigliottine e trappole disseminate ovunque sono davvero spettacolari. Purtroppo essendo una fortezza non è stato abbellito da affreschi - sarebbe stato di cattivo gusto ci spiega la guida, essere sotto assedio e godere di viste piacevoli.. per cui le pareti erano disseminate di arazzi rigorosamente in tinta unita che avevano la duplice funzione, limitare la dispersione termica e coprire le spoglie pareti. Al piano terra nel centro del cortile c'è una bella cisterna, che assicurava l'acqua all'intera fortezza, sui due lati due unici ambienti con dei camini in pietra, un tempo utilizzati dalle truppe e sul lato opposto, proprio all'imbocco della scalinata c'è la loro cucina. Al primo piano passeggiamo tra le stanze nobiliari,la cucina del piano con relativa dispensa e le due camere da letto, dove udite udite erano stati ricavati due bagni interni.
Ma vi rendete conto?? due bagni e siamo in pieno medioevo!! E pensare che alla Reggia di Versailles - realizzata alcuni secoli dopo - il bagno era praticamente uno sconosciuto e li ci stavano i sovrani di Francia e non dei Vassalli della Corte Piemontese!!!
Il piano superiore purtroppo non è visitabile per via del restauro ancora in corso, infatti il Castello è stato disabitato per oltre due secoli e i discendenti della famiglia Challant, avevano eliminato completamente il tetto per non pagare le tasse ai Savoia. L'eliminazione della calcite dalla pietra che compone l'intero Castello è un lavoro lungo e particolarmente delicato, e per vedere gli ultimi due piani dovremo attendere ancora un paio di anni.
Riscendiamo lo scalone di pietra e poco prima di chiudere il pesante portone alle nostre spalle la nostra guida ci regala un verso di Giacosa tratta dall'opera teatrale Una Partita A Scacchi.
Gulp!! Avete presente l'effetto che ha su Marcel, l'avere inzuppato una comune madeleine nel te?? Ebbene questo verso ha avuto lo stesso evento su di me: cade un sipario e dalla memoria riaffiora un ricordo lontano.. tante candele, personaggi in costume, risate e il gran ballo del Galà che qui si tiene ogni anno e io con il mio vestito migliore che mi aggiro accompagnata dal mio cavaliere tra i diversi ospiti, in attesa della partita a scacchi.
Ok sono pronta ad affrontare la discesa, pensando che il prossimo anno, visto che la festa non è più su invito, costringerò la mia dolce metà a partecipare almeno alla serata in maschera!
- Significato storico
- L'unico accesso per raggiungere il castello si trova sul lato destro dello stesso e percorrendo questa mulattiera si capisce bene che era stato studiato con il preciso intento di non agevolare nel modo più assoluto l'ingresso. Per questo motivo questo sito è praticamente interdetto alle persone diversamente abili, alle carrozzine e ai passeggini dei bimbi.
La struttura è ben conservata nonostante gli anni di abbandono ed è interessante vedere quali lavori sono stati intrapresi per la sua salvaguardia iniziata circa un secolo fa da Alfredo d'Andrate che lo acquistò per conto dei Savoia con il preciso intento di salvarlo dalla rovina.
Come già anticipato l'investimento per visitarlo è davvero minimo ma è ben ricompensato dalla visita e della vista che da qui godrete.