I Monumenti
Cinque secoli di romanità hanno lasciato segni imponenti di questa civiltà in Valle d’Aosta. I Romani, vinta la popolazione indigena, programmarono la ristrutturazione dell’intero territorio provvedendo al tracciamento della rete viaria (via consolare per le Gallie), all’organizzazione fondiaria e all’impianto della città di Aosta (Augusta Praetoria, 25 a.C.). La definizione del perimetro urbano avvenne con la costruzione di una poderosa cinta muraria nella quale si aprivano la Porta Praetoria, la Porta Decumana, la Porta Principalis Sinistra e Dextera. Le 20 torri, originariamente quadrangolari edificate ai 4 angoli e lungo tutta la cortina muraria, oltre a quelle delle porte, subirono numerose trasformazioni nel corso dei secoli. Gli edifici pubblici furono costruiti nell’area nord-orientale delimitata dal Cardo e il Decumanus maximus. Nello spazio urbano a ridosso delle 2 direttrici sorse il complesso forense composto dal criptoportico, dai 2 templi dell’area sacra (il podio di quello orientale è in parte visibile) e dalla platea (attuale piazza Severino Caveri). Nei pressi della Porta Praetoria e della cortina muraria, sorsero gli edifici per i pubblici spettacoli; oltre al Teatro fu edificato l’Anfiteatro, struttura ellittica di cui sono visibili ancora 8 arcate del settore nord-occidentale incorporate in edifici recenti. Un interessante compendio della presenza romana in Valle è il Museo Archeologico di Aosta dove, oltre ai reperti conservati, sono visibili le fondazioni della porta settentrionale della città.
L'antica città di Aosta
1 - Area funeraria fuori Porta Decumana
2 - Porta Decumana
3 - Porta Principalis Sinistra
4 - Porta Principalis Dextera
5 - Foro: criptoportico, templi, platea
6 - Villa della Consolata
7 - Teatro
8 - Anfiteatro
9 - Cinta muraria
10 - Porta Praetoria
11 - Arco d'Augusto
12 - Ponte sul Buthier
1 - Area funeraria fuori Porta Decumana
2 - Porta Decumana
3 - Porta Principalis Sinistra
4 - Porta Principalis Dextera
5 - Foro: criptoportico, templi, platea
6 - Villa della Consolata
7 - Teatro
8 - Anfiteatro
9 - Cinta muraria
10 - Porta Praetoria
11 - Arco d'Augusto
12 - Ponte sul Buthier
Augusta Praetoria (anno di fondazione 25 a.C.) in un disegno di F. CorniIl.
Il rettangolo caratteristico dell'abitato di Augusta Praetoria (Aosta) dipende dai limiti naturali segnati a nord dal pendio della montagna, a est dal corso del Buthier e a sud da quello della Dora Baltea. Il decumano massimo costituiva l'asse principale della città e la inseriva nella direttrice preminente del traffico. Il cardine massimo incrociava il decumano ad angolo retto ai tre quarti della lunghezza verso occidente, un decentramento a cui corrispondeva quello dell'area forense. Il tracciato regolare delle strade, che si intersecavano perpendicolarmente, suddivideva lo spazio interno in insulae (isolati) rettangolari.
Il rettangolo caratteristico dell'abitato di Augusta Praetoria (Aosta) dipende dai limiti naturali segnati a nord dal pendio della montagna, a est dal corso del Buthier e a sud da quello della Dora Baltea. Il decumano massimo costituiva l'asse principale della città e la inseriva nella direttrice preminente del traffico. Il cardine massimo incrociava il decumano ad angolo retto ai tre quarti della lunghezza verso occidente, un decentramento a cui corrispondeva quello dell'area forense. Il tracciato regolare delle strade, che si intersecavano perpendicolarmente, suddivideva lo spazio interno in insulae (isolati) rettangolari.
La prospettiva di conquista della Valle d’Aosta da parte dell’Impero Romano prese corpo nell’epoca di Augusto, quando s’intensificarono i rapporti tra l’Impero e il nord della Gallia e si crearono le condizioni per un’estensione dei confini verso l’area germanica. Dopo una serie di iniziative militari contro le popolazioni alpine, tra cui i Salassi (popolazione celto-ligure - allora residente in Valle), Aulo Terenzio Varrone riportò una vittoria definitiva nel 25 a.C. La città di Augusta Praetoria (Aosta) venne fondata proprio nel cuore del territorio salasso. Parte della popolazione locale venne annientata o ridotta in schiavitù, ma alcuni gruppi, verosimilmente, si integrarono nella società neo-romana, dando luogo ad una pur limitata fusione. Elementi di contaminazione reciproca tra le rispettive religioni si manifestarono nella mutazione linguistica dei nomi delle divinità salasse: lo Iupiter Poeninus che veniva venerato sul Gran San Bernardo, finendo per dare il nome a quel passo (Summus Poeninus) ha un’assonanza non certo casuale con il dio celtico Penn. Il canovaccio su cui venne costruita Augusta Praetoria era palesemente legato alla morfologia di un accampamento militare romano: la città aveva una pianta rettangolare, appoggiata sull’intelaiatura offerta dall’incrocio tra il Cardo Maximus (direzione nord-sud) ed il Decumanus Maximus (est-ovest). Quattro porte, simmetriche a coppie, si aprivano nelle mura: la Principalis Sinistra a nord, la Principalis Dextera a sud, la Praetoria a est e la Decumana a ovest. Nell’area nord, vennero progressivamente edificati il teatro , l’ anfiteatro , il foro , e le terme ; il foro racchiudeva esercizi commerciali e un’area sacra dedicata ai templi (circondata dal criptoportico ). A sud, la struttura urbana era legata alle abitazioni private dei diversi ceti sociali, mentre, in periferia, sorsero ville importanti e riccamente decorate. Uscendo dalla città attraverso la Porta Praetoria, accanto al ponte sul Buthier, s’incontrava l’ Arco onorario dedicato all'imperatore Augusto, allora emblema della potenza di Roma e oggi … icona grafica della città. Altri importanti, spesso grandiosi monumenti vennero edificati nel resto della regione:l’arco di Donnas , il ponte acquedotto di Pondel e quello di Pont-Saint-Martin . Lungo la via delle Gallie, sul fondovalle centrale, si crearono piccoli insediamenti, poi centri abitati, che presero il nome dalle pietre miliari marcanti le distanze dalla città; tra questi, “quartus lapis”, che divenne Quart, e “nonus lapis”, oggi Nus. Le biforcazioni di quella strada furono itinerari chiave in ambito strategico e commerciale; una dirigeva verso l’Alpis Graia (passo del Piccolo San Bernardo) e l’odierna Lione, l’altra portava al passo del Gran San Bernardo e fu viatico delle spedizioni militari dirette in Germania e in Britannia.